lunedì, novembre 26, 2007

Non sentirmi imbecille



Fresco e non sorrido, voglio alzarmi solo se la tazza fuma di buon latte Stella.
Quello che era in vetro, grasso e che i pediatri prescrivevano in cambio di abnormi
tubi catodici e vacanze in vetta bianca.
Lunedì mattina è un dramma, ho dormito molto fra festeggiamenti, nessuna sveglia nelle solite
micro-vacanze della settimana terminata. Adoro il mio lavoro e le giornate corrono, forse troppo.
Non voglio andare, poi mi sbrino e faccio dieci ore di monitor, relazioni e idee con piacere e profondo amore. Forse è l’interruzione del breve riposo, forse la svogliata negligenza dell’homo faber, forse solo il freddo. Starei meglio di notte a parlare, scrivere e sentire. Salterei il mattino ma “Che fare?”. Ci sono regole nell’organizzazione e nelle concessioni solari. Così sbuffando sommo il respiro al fumo della Stella e mi rifaccio il gusto per inghiottire la pigrizia. Lunedì, eccomi!

domenica, novembre 18, 2007

Prova con questo


Sono a casa e non capisco cosa stia accadendo, piove tanto e non faccio caso alle stagioni.
Una domenica tranquilla prima dei nuovi corsi, da domani. Francese, leopoldogia internazionale, epistemologia delle macchine semplici e mi riprometto di frequentare con profitto.
Ma sono scazzato, i “miei” spendono un capitale per garantirmi università e svago. Poi l’affitto e qualche dubbio sul futuro. Qualche domenica fa ho creato un CV che ho spedito a cento aziende, ho inserito una laurea che non ho, eccellenze in lingua e informatica, ho creato un curriculum eccezionale ma nulla. Nessuna risposta, nessun colloquio, nessun lavoro e nessun soldo!
Prova, invia un tuo CV, come se avessi finito l’università e fossi laureato, come se fossi meglio di ciò che sei. A quel punto capisci che è tutta una farsa. Facciamo qualcos'altro, non pieghiamoci sui libri, non consumiamo le ore a corteggiare un voto. La realtà non è di carta, è comodo sperare e restare inerti, ma è una bugia, è il tempo che ci frega e non saremo mai più così forti.
La pigrizia della nostra domenica è l’angoscia impossibile che domani non ci farà dormire, di corsa a recuperare ciò che non potrà più essere.

domenica, novembre 11, 2007

Fa nulla, ‘fanc**o!


Mi alzo svogliatamente e trascorro le ore fra caffè, sigaretta e parole alla tv. Lavo la coscienza su MSN e, al massimo, inoltro due mail “catena” che non ho scritto personalmente ma che approvo per il loro oggetto sociale.
L’unico libro che cerco di finire da anni è "Buongiorno pigrizia" di Corinne Maier.
So che il mondo accoglie la gente organizzata in comunità strutturate come alveari o formicai e alcuni
producono le carte da gioco, altri le mischiano le danno sul tavolo e giocano, altri ancora osservano.
Io osservo, sono pigro e osservo. Pochi pensieri per vivere con calma senza compromissioni né emozioni ulcerose. Non combatto e mi rassegno sparpagliando qualche critica sul tavolo verde
dell’azzardo. Ho portato i capelli lunghi sulle spalle per otto anni ma non ho fatto nulla per
incarnare la mia rivolta, molti come me hanno aspettato troppo, hanno rimandato, sono diventati
adulti e precari, non flessibili ma fragili e poi indolenti per proteggersi dai cattivi. In fondo cosa
dovrei pretendere? Chi mi ama mi accetta e per me il lunedì è solo un’altra domenica bruciata fra
caffeina, nicotina e onde radio. Leggo un’altra pagina e poi pausa!

lunedì, novembre 05, 2007

Equilibri iniqui

Brutto stare sullo sperone dell'equilibrio. Si sta bene ma con paura,
si sta come d'autunno..
Eppure la sinusoide dell'esistenza si torce lungo un assone ricco di
stimoli, avventure e cedimenti.
All'equilibrio segue la caduta, si parlerebbe altrimenti di stasi.
Fasi di destabilizzazione, di risalita e di nuove pianure. Quando sei
insabbiato non hai nulla da perdere e se guadagni bene risali con gusto,
se sei nello spiazzo per un soffio tutto è più difficile. La notte fai brutti sogni
e le spalle sono vulnerabili. Poi c'è la sfida, la voglia di restare, di cadere
protetti dalla conchiglia inguinale.
Sentieri, delusioni, felicità, reload e tanti motivi ricamati per giustificare
un percorso iniquo, incline alla rottura e agli stimoli più torbidi.
Stiamo o risaliamo?