domenica, febbraio 25, 2007

IF Monday


Parlare di venerdì in uno spazio dedicato al primo giorno della settimana? Può darsi. Perché il venerdì , il venerdì sera, sta diventando un tempo diverso. Forse questa è l’età adulta o l’arrivo di una responsabilità avanzata?
Quella sera dedicata al riposo, alla fine della settimana lavorativa da accompagnare all’aperitivo, alla cena fuori, al sogno di un amore, all’eccesso e all’imprevisto è diventata – nelle ultime settimane – un break creativo e intimistico. Si improvvisa un laboratorio: una casa privata, videoproiezioni, fotografia, scultura, colori e buona musica. Le ore trascorrono, ognuno ispira e trae ispirazione dall’arte dell’uomo accanto che mira la fronte alla propria forma espressiva. Si incrociano progetti, si è partecipi di un tetro dell’arte colmo di vita. La scelta di impegnare la notte in una simile attività di laboratorio non lascia rimpianto. Quale locale può offrire uno spazio in cui essere se stessi, liberi e creativi? Quale notte può generare la prova della forte interazione fra mani che costruiscono un supporto in plexiglas e altre che plasmano la materia viscida della plastilina?
E’ una soddisfazione sentirsi parte di un processo di generazione complesso, ne sei protagonista, motivato da un’energia nuova e appagante. Il prossimo venerdì spero di rientrare nel classico scorrimento della vita mossa e organizzata dagli altri, nel rumore di un locale o di uno sguardo che significa “sembri essere fuori dal contesto” scambiato per una promessa d’amore.

domenica, febbraio 18, 2007

Come il conte Mascetti

Che catena di problemi in così poco tempo! Eppure, quando si è soddisfatti della propria posizione e di ciò che si è, ogni fase trascorsa - anche la più nera - appare in qualche misura formativa.Ora il problema è che molti fattori si sono stretti la mano nel dare calci ai sogni, le soluzioni sembrano essere distanti dalla realtà. Bisogna considerare che il dramma delle brutte giornate e dei periodi di buio investe un po' tutti, che tutti portano un vuoto nello stomaco e che la vera differenza sta nella capacità di reagire e aprire un sorriso.C'è anche da dire che il vuoto ha un peso diverso. Esistono infatti vuoti enormi e tanti piccoli vuoti che si uniscono, c'è il piccolo vuoto profondo e tante mancanze intergalattiche. Il male di stare al mondo cresce con l'esposizione alle intemperie. Chi fa molto e stringe rapporti ha molte più possibilità di essere colpito, andando avanti ci si accorge che il livello di difficoltà - proprio come per i videogames - aumentà e che i nostri nemici sono sempre più grossi. Ma che cavolo mangiano?
Capisco allora perchè mediamente si decida di poltrire, di non fare e di muoversi con circospezione considerando gli altri dei disgraziati pronti a ricavare profitto dal debole. Questo stato di sospetto e di strategia rende il mondo un posto strano, a tratti invivibile. Però c'è una differenza fra la lotta vera, che può essere una pietra dura e precisa, e la rassegnazione.La lotta ha una possibilità di successo mentre la rassegnazione è una sicura sconfitta. Oggi è il primo giorno di una nuova settimana e potevo svegliarmi arreso, ma ho forgiato nella notte l'armatura ai piedi del mio letto. Lì a terra, dove c'è la paura dell'ignoto, ma anche dove di giorno c'è il rifugio dalle sculacciate materne. Così, scalzo come i nobili decaduti, vado a combattere e sono felice perchè il coraggio è una grande qualità anche quando la supercazzola perde contatto con terapia tapioco.

lunedì, febbraio 12, 2007

Se Giorgio va in Australia

Lui ha compreso l'idea di darsi qualcosa di superiore. Un amico mi hadetto che l'Eden è, in realtà, il nostro mondo e che noi dovremmocustodirlo.Ho pensato.Spesso vaghiamo nell'inquietudine di darci qualcosa che ci sopravviva,per fare qualcosa che ci renda protagonisti nella memoria. A voltevaghiamo male, sacrifichiamo porzioni di mondo, devastiamo i cieli perun personale sogno di sopravvivenza. Così accorciamo la persistenza della memoria nel tempo, i cieli si staccano dalle calotte, franano coprono le ceneri e la memoria lasciata. Se fossimo custodi dell'Eden le nostre opere starebbero nel tempo piùa lungo, che senso ha il pensarsi infiniti nel finito ciclo dei mondi infangandosi l'anima?Così Giorgio potrebbe andare via, in Australia, abbandonare il nostrosogno e i pochi custodi di una realtà poetica e fregarsene della buona memoria.Un dubbio, il bisogno di essere compresi. Allora via il pensiero negativo, la paura di veder partire un amico. Via l'immagine dellosguardo che non è più amore e il timore di custodire e avere cura.Dovrei essere arrabbiato, corrotto e stanco ma voglio essere ancora mestesso.Troverò, per me, una frase meno cattiva e degli occhi meno incrinati dal male? Perché è semplice dare dolore, il corpo si torce nella sofferenza diuno sforzo insostenibile, ma chi è a terra può riposare e osservare lecalotte, attendere che crollino o rimandarne il botto rialzandosi.L'Eden si nutre di quell'uno sollevato.Esprimo ancora le tonalità dell'anima, ho una lacrima legata a un nastro che non porto più con me.

p.s. : foto di LoveMoz

lunedì, febbraio 05, 2007

www.aroncheroes.deviantart.com

Aron Cheroes on deviant art!

Corsa al Bunker

Naaaaaa.. non è possibile! Dappertutto il medesimo trillo verso i cambiamenti della geosfera e la maleducazione incalzante.
Che ne pensi Nick?Niiick??
Io dico che il generale clima di contrarietà abbia infettato il nostro comportamento e che lo stato di natura stia per vincere definitivamente. E pensare che immaginavo una civiltà pulita fondata su virtù greche e sorrisi di comprensione.
Invece, il modo di definire l’educazione una debolezza e l’idealismo un’illusione, ha affermato la forza - non dell’oltreuomo - ma del sagace sadico.
C’è una corsa al bunker e, in questo moto, tutto è travolto. L’upgrade dell’imago ci ha reso più deboli, non è colpa della buona educazione, ma dell’educazione incompleta, frutto dell’ampliamento della forma non accompagnata dal medesimo sviluppo del pensiero.
In qualche modo, pensare bene, protegge da ogni aggressione e genera civiltà valorose mentre il mancato pensiero di sé scolla l’individuo dal gruppo, lo rende individuale ma privo di identità, lo fa avanzare senza riflessione. Il semplice “Perché sto facendo ciò?” sarebbe il meglio per una composizione sociale più umana.
Poi è vero che la purezza dell’uomo è un tipo ideale a cui tendere e che i Greci erano pederasti, ma a me piace avere ancora immaginazione e sogni perché tu, Nick, sei già dentro e godi del tuo movimento isolato in uno spazio di brutto cemento.