martedì, aprile 05, 2011

Dell'anima e delle sue 'voluzioni


Quest’anima che lascia la propria corazza incuriosita e attratta dalle disgrazie del mondo: volubile e inconsistente essenza odorosa che passa nelle narici degli uomini per darsi la proprietà della conoscenza! E’ un soffio e una nota incisa sulla strada gessata dello spazio negato, un fragore di suoni e un palpito di etere gettato nel tempo.
Mi piace immaginare un’anima complessa e inquieta in grado di sciogliere il suo peso, gli abbracci delle catene e pensarsi libera. Considero il corpo unico, singolare e composto da dolce miele che tutto può attrarre, viziare, invischiare nella sua danza contenendo quell’anima curiosa. Un’anima che non è sola, un corpo unico che forse contiene più anime, quelle selvagge, quelle spietate, quelle gentili e quelle infinite. Un fascio di anime incrociate e strette in un unico corpo di traslucido nettare, un corpo trascinato che vive del battito e del guizzo delle sottili lanuggini di anime estroverse.
Fugge la prima (anima!) e ne segue una seconda, una ne torna e tutto scuote, parla alle altre e racconta i suoi mondi. Le anime prive di materia sognano i tessuti, invidiano il loro contenitore vischioso, sono eteree e si dissolvono nella loro caducità. Non credo che le anime possano essere immortali, almeno non tutte, forse è la sola anima del poeta a trovare lunga memoria nella soave dannazione dell’eterna ricerca?
Le anime sciolte dal loro guscio, che è prigione e protezione, si levano al sole, al cielo, spesso non trovando una meta, muoiono quasi sempre.
Mi piace qui pensare che l’anima della poesia possa elevarsi, trovare un buon riparo ai piedi degli alberi bianchi e comporre il suo canto credendosi eterna.