martedì, dicembre 09, 2008

Agli auguri preferiscono i gioielli



Nuovo anno e nuovi auguri. Un 2008 al traguardo che aspetta l’arrivo di un anno severo, un nuovo professore che sarà in cattedra per 12 mesi e che già incrina le gambe delle ultime file.
Buon Natale, e ogni volta mi chiedo quale significato nasconda il giorno più rosso dell’anno. Rosso e bianco, come le bandiere che sventolavano nell’URSS quando sono nato, come i fiocchi e le carte regalo di questi giorni. Come la grafica della Coca-Cola, di sicuro.
Allora? Meglio camminare, impuntare il teschio di Lenin sulla giacca, acquistare un micro regalo per la mamma e bere un drink analcolico fatto di caramello e bollicine. Potrebbe essere un giorno come un altro e ciò che faccio non mi cala nell’atmosfera, l’otto dicembre - senza albero né presepe da montare - non sembra essere Natale. Non sembra Natale senza casa, senza donna, senza una buona azione.
Forse però quest’anno è meglio. Il terrore mediatico per la crisi e la chiusura dei primi dettaglianti mi fa sentire incredibilmente al sicuro. Unito agli altri, finalmente un po’ più dimessi. Oggi avrei voluto lasciare un cartone colmo di cibo in scatola al fianco della stazione Centrale ma alcune latte erano ormai scadute, poi il male nel pensiero di procurare una bella diarrea ai barboni e infine la decisione di buttare tutto nell’umido…vetro, cibo, alluminio e carta.
Non sono buono e non posso fare molto, ho una sola richiesta per il giorno più rosso: sparisca quella popolazione spavalda di giovani attaccati al cellulare, alla guida di piccole auto di lusso, che indossano i marchi contraffatti non per qualità ma per immagine, spariscano i dentifrici che sbiancano subito i denti.
Se tornerà la guerra al tartaro e alla carie, se tornerà la sostanzialità del valore tornerà il buon senso.
Auguri.

sabato, novembre 29, 2008

SE STUDI ANCORA TI CAVO GLI OCCHI



Partiamo da qui, non per andare via o spostarci, ma per riflettere. Italia come Argentina o giù di lì. E’ chiaro che qualcosa stia cambiando e che il passato sia troppo vecchio per darci delle risposte. Qui siamo sul web, abbiamo letto decine di testi complessi e le nostre mani non hanno pieghe né stanchezza.
La prova di sopravvivenza della macrosocietà ha somma negativa e, se non più le guerre, le singole battaglie quotidiane determineranno la resa dei normali. Di quelli come me che domani andranno a lavoro senza lamentarsi più perché è già una fortuna lavorare. Questi incerti lavoratori hanno, presumibilmente, contratto debiti (e necessità) che li strozzano, tardi per loro… ma, fino a qualche giorno fa, credevo ancora nei ragazzi che oggi sono nel loro momento di negoziazione e di scelta di vita.
Com’è possibile questo scollamento, com’è possibile non unirsi per avere un futuro? C’è in gioco il pane, non il pallone. E ancora studiano questi maledetti come se in questo anno, in questa vita, contasse ancora il titolo o la dote di famiglia. Ancora con questa università che ha rovinato parte dell’economia nazionale costringendo le famiglie a spendere i propri risparmi per far studiare i figli e, i figli, ad accettare l’allattamento fino a trenta e più anni. Allora in giro vagano soggetti invecchiati fra libri ed esami, impotenti e incapaci di reagire. Troppo molli come a Sibari nel passato, in quel passato che davvero insegnava a rifarsi, a lottare senza vergogna. Non studiate più, vi prego! Forse perché ho il diploma di perito industriale e ho lottato e, in qualche modo, vinto un piccolo spazio in cui non temo la fame e il mancato riconoscimento dei miei titoli. V’hanno preso tutto, non vi basta?

sabato, novembre 22, 2008

Esco dal tuo Blog

Non ci conosciamo, ci presentano. Nessuna parola o particolare attrazione emotiva, sei un giovane professionista o forse uno studente indeciso. Mi piace però il tuo look, la tua camicia in particolare. Fresca e nuova, precisa e composta nella tua figura ben decorata. Qualche breve intesa sui discorsi del comune amico e una corrisposta reticenza.
Ti giudico (io sconfitto) come gli altri conosciuti negli scorsi ottocentoventisei incontri di questa soglia dei Trenta. Non fai la differenza, a mio parere, e non vuoi neppure farla.
Fine serata, saluti e baci con tutti, strette vigorose, sorrisi costretti e lo scambio di qualche biglietto da visita. A questo punto Tu (che non fai la differenza) mi dai il tuo magro biglietto stampato su “stampa gratis.it” e non sei davvero nessuno. Nome, cognome, cellulare e un blog.
Perché mi dai il contatto se non sono chiamato a fare business con te?
Smisto il web e visito la tua pagina. Ottocento amici virtuali, migliaia di visite, gallery piene scatti in pose virili, scatti che mostrano un curriculum di relazioni e di esplorazione del mondo da far impallidire le rockstars!
Perfino le foto della serata precedente come se fossi stato il festeggiato o il principale protagonista…
Allora ti vedo on-line connesso come sempre (credo) e volo via per non restare imbrigliato nella tua rete, nel tuo mondo, nel posto in cui sei lodato e conosciuto da gente che non incontrerai mai.
Log Out e cerco la piazza, voglio incontrare la gente che ti fa perdere tempo e che s’incazza ma che puoi ascoltare e fissare a lungo. Cerco lo sguardo di gente che abbia il coraggio di agire nella responsabilità del vero. Yuhù?

mercoledì, novembre 19, 2008

Il mondo è bello perché è marcio

Ho pranzato fuori e la signora del locale
ha bagnato a terra per pulire. Era tardi, ok
e la sua simpatia mi ha strappato un sorriso.
Sessanta anni circa addosso per un metro e sessanta, sei anni in Spagna e un maglione di filo tipicamente medrileno. Simpatica davvero.
Mi ha detto che la mafia non esiste e che, al tempo stesso, tutto è MAFIA: l’amico che ti favorisce, gli ingressi agevolati, nelle piccole cose di ogni giorno
C’è il principio di mafia, della mafia che non c’è.
Prendo il caffè e penso che la gente abbia le sue piccole, modeste verità che non comprendo. Tiro le righe del lunedì, tanto per dire qualcosa anch’io.

domenica, aprile 06, 2008

Editoria indipendente




Nasce Florilegio Imprinting: l’Associazione Culturale Florilegio Ars Factory propone una nuova prospettiva editoriale agli autori talentuosi.
Un accordo trasparente: Florilegio seleziona, cura e promuove prosa e poesia inedite, l’autore sostiene i costi di stampa donando a suo piacimento una percentuale dei ricavati all’associazione no profit Florilegio.

Prima pubblicazione:

“Colibrì e i libri nitidi” di Aron Cheroes;
- illustrazioni di Massimo Alfaioli;
- audio-cd con recitato di Loris e musiche di Alessandro Bloise.

“Colibrì e i libri nitidi racconta il passaggio alla piena età adulta attraverso
le pagine biografiche di un ragazzo difficile.
Gli eventi precipitano nel giro di pochi mesi. Attraverso la purificazione dai vizi
e dall’amore, e dopo la perdita di un caro amico, Colibrì può effettuare
il suo passaggio. Nella narrazione si espongono concetti filosofici in un
continuo rimando al bello, alla fugacità, al senso del limite.
La forma è quella della prosa poetica legata, in due episodi, alla genesi del
protagonista raccontata attraverso una sequenza di visioni surreali”

PRENOTA LA TUA COPIA ALLA MAIL REDAZIONE@FLORILEGIO.NET.
LIBRO+CD: 10 € (DONAZIONE CONSIGLIATA).

venerdì, febbraio 01, 2008

Il tempo della crisi



Ti hanno imposto più riforme che compleanni. Alle superiori
hai visto le votazioni salire fino a 100, il tuo fratellino va alle
scuole primarie e, all’università, ti hanno venduto il 3+2 come
fosse un’offerta irripetibile!
Tuo padre ha perso il suo vecchio lavoro e ora fa consulenze
a mesi alterni. Non sai più che fine abbia fatto quella tessera sanitaria che ha sostituito il vecchio libretto di carta, probabilmente è vicino alla tessera elettorale.
Quando a 15 anni ti sei iscritto al collocamento non avresti immaginato che sarebbe diventato l’attuale fantasmagorico centro per l’impiego (perfino più inutile). Scopri che puoi lavorare in solido con tuo padre con un unico contratto. Sei degli Ottanta e la storia parlerà di questo ventennio come di un periodo di recessione e crisi. Ma sono i tuoi ventanni, di questa tua vita, a perdersi nello schifo amministrativo di questi anni di brutta Italia.

lunedì, gennaio 21, 2008

SSS (stop step step)

Ci sono momenti in cui sei completamente assorto nello scorrere delle vite, le comprendi, ti blocchi e una musica priva di titolo riempie il tuo spirito.

Sei solo e vero, controlli il moto del tuo animo e risuoni come una nota splendida. Diventi tenero e ogni cosa appare mutata, persino bella. Nel cielo grigio scorgi un tono di azzurro e le colonne delle autovetture sono allineate perfettamente. Non scorgi rumore ma una sorta di amore per ciò che puoi vedere perché hai ancora attaccati addosso i tuoi magnifici occhi.

domenica, gennaio 13, 2008

Quei bravi ragazzi



Audrey è rimasta bella ed elegante fino alla morte, ha dato voce all’Unicef e ha concluso la sua esistenza fra i bimbi neri d’Africa. Solo alla fine della sua carriera, come in una spirale, come tutti coloro che vogliono darsi e che combattono una vita per sopravvivere e poter assolvere la loro missione.
Tutto mi è apparso chiaro. Cosa sto a fare in ufficio? Perché spendo tutti questi soldi in luci e stoffe? Se alla fine, da piccolo, non volevo fare l’attore, ma sognavo di essere un missionario, qualche indirizzo sociale dovrò pur averlo! E non voglio finire come quei ragazzi che per stile dicono di voler fare i volontari nei PVS e poi li trovi in piazza a sorbire Campari… voglio fare e andrò via.
Per il mio destino, per compierlo ma con volontà certa… per ora guarderò i miei coetanei e gli adolescenti ma non saprò indicar loro nessun buon proposito perché è meglio parlare solo con chi è già adulto in fatto di sentimenti (almeno!) e ha le mie stesse preoccupazioni su queste società assurde. Non basta la spazzatura che ci stiamo dividendo per suscitare indignazione e rabbia? Amore e reazione come unica ricetta.

lunedì, gennaio 07, 2008

Un brivido



Il mio mestiere è triste. Sono un baciatore, bacio per vivere e resto povero. Stanotte, prima delle ore di ristoro, ho chiuso la mia vecchia macchina e una strana energia ha attraversato il mio corpo.

C’è un vento lieve che sposta le foglie e i rami ma che non mi scompiglia. Un vento amico che sembra non vedermi, tutto intorno la strada colma di foglie di castagno immerse in un paesaggio autunnale. Ma è gennaio, è caldo e un gruppo di foglie si dà alle danze con movimenti umani. Decido di godere di quest’aura magica. Un minuto è una vita nella completa fusione con la notte,
in un attimo mi sento ispirato, rincaso e scrivo, il fuoco nel camino spinge d’improvviso le sue fiamme e ricordo che oggi le fontane lasciano scorrere olio e che gli animali parlano. Un brivido un senso di metafisicità nella notte in cui le mamme si fingono brutte.