Caro amico, sto per completare i miei trenta: grazie per aver vissuto tante avventure, aver dipinto sogni, accettato sfide, vinta la lontananza che dai boschi ci ha portato in città ad inquinare il respiro e allevare il futuro. Tanti anni alle spalle e il mondo cambiato sotto i nostri passi, il PCI è svanito, il PC ha lasciato posto al MAC sui nostri banchi, i lunghi capelli sostituiti dal crine borghese, e la lotta?
Credo di avere ancora più rabbia di un tempo, rabbia intesa come desiderio di agire e migliorare il mondo che tocco oggi e che sfiorerò domani. Una forza più ragionevole ma costante come i secondi che fanno il girotondo sul quadrante incatenato al polso. Ancora trovo parole impossibili e, posando la penna sul foglio, la punta scorre come fosse l’inizio di un vinile e la musica richiama atmosfere romantiche e note ancestrali.
La vecchia Lira cambiata insieme al logo delle tv nazionali, a casa c’è ancora un televisore catodico, 14 pollici, non più in bianconero, non più Mivar senza Rete Quattro e Rai Due.
Penso di aver vissuto tante epoche e sentito il respiro del globo farsi duro e deciso, cambiato marcia, virato a largo, forzato la vita e collezionato foto memorabili: pietre di calce soffiate nel tempo che rende immortali solo nella memoria.
Allora prendi ancora il tempo, fanne un tappeto, posati a terra e gioca con i tuoi oggetti e con la sterminata fantasia, schizza un disegno, non rispettare il rigo imposto dal foglio, figli che non hai ancora saranno mai con te? Gioca con loro e raccontagli di aver conosciuto un ragazzo di trent’anni ancora disposto a gonfiare la vita di magia e arte.
Francesco
mercoledì, giugno 02, 2010
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