Brutto stare sullo sperone dell'equilibrio. Si sta bene ma con paura,
si sta come d'autunno..
Eppure la sinusoide dell'esistenza si torce lungo un assone ricco di
stimoli, avventure e cedimenti.
All'equilibrio segue la caduta, si parlerebbe altrimenti di stasi.
Fasi di destabilizzazione, di risalita e di nuove pianure. Quando sei
insabbiato non hai nulla da perdere e se guadagni bene risali con gusto,
se sei nello spiazzo per un soffio tutto è più difficile. La notte fai brutti sogni
e le spalle sono vulnerabili. Poi c'è la sfida, la voglia di restare, di cadere
protetti dalla conchiglia inguinale.
Sentieri, delusioni, felicità, reload e tanti motivi ricamati per giustificare
un percorso iniquo, incline alla rottura e agli stimoli più torbidi.
Stiamo o risaliamo?
lunedì, novembre 05, 2007
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4 commenti:
io ho una visione diversa... è vero che i soldi aiutano a risalire... ma è anche vero che gli artisti per dare il meglio di se devono stare in equilibrio sul baratro... anzi megli se stanno NEL baratro.... ma è solo una considerazione artistica e non politica.
Un saluto
Franky
ciao... era da un pò che nn venivo a trovarti nel tuo blog...
cosa dire... condivido la tua idea che hai espresso nel tuo post.
a presto.
Roberto Sottile
Penso che l'equilibrio sul baratro sia fonte di alta ispirazione, nel baratro c'è troppo fango e poco vino! Gli artisti hanno un'importante funzione sociale, non sono quasi mai al caldo del focolare della sicurezza e pagano un prezzo altissimo.. ma fanno arte e cultura, il binomio più prezioso per la nostra umanità. Gridiamolo anche dal fondo del baratro!!
Poi per ognuno la vita è articolata per "cicli" di costruzione-stasi-distruzione e così via, anche per l'omino più omino del mondo..nessuno escluso..
risaliamo. per ricadere, stare e poi risalire.
ma, mio caro aron, non è solo costruzione-stasi-distruzione. dimentichi il processo più importante di tutti: la rimozione delle macerie di ciò che s'è distrutto (o che ci hanno distrutto. ma il risultato di fondo è identico.) che poi, è anche il processo più difficile da realizzare. la rimozione delle macerie. è lì, in quel preciso istante, che tra le macerie trovi ciò che avevi perduto di vista. ciò che davvero dava valore a ciò che era. e che ora è un cumulo di macerie. lì nasce l'arte. non in cima. non nel fondo. non a metà d'una caduta o d'una risalita. ma nella rimozione delle macerie.
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