domenica, gennaio 13, 2008

Quei bravi ragazzi



Audrey è rimasta bella ed elegante fino alla morte, ha dato voce all’Unicef e ha concluso la sua esistenza fra i bimbi neri d’Africa. Solo alla fine della sua carriera, come in una spirale, come tutti coloro che vogliono darsi e che combattono una vita per sopravvivere e poter assolvere la loro missione.
Tutto mi è apparso chiaro. Cosa sto a fare in ufficio? Perché spendo tutti questi soldi in luci e stoffe? Se alla fine, da piccolo, non volevo fare l’attore, ma sognavo di essere un missionario, qualche indirizzo sociale dovrò pur averlo! E non voglio finire come quei ragazzi che per stile dicono di voler fare i volontari nei PVS e poi li trovi in piazza a sorbire Campari… voglio fare e andrò via.
Per il mio destino, per compierlo ma con volontà certa… per ora guarderò i miei coetanei e gli adolescenti ma non saprò indicar loro nessun buon proposito perché è meglio parlare solo con chi è già adulto in fatto di sentimenti (almeno!) e ha le mie stesse preoccupazioni su queste società assurde. Non basta la spazzatura che ci stiamo dividendo per suscitare indignazione e rabbia? Amore e reazione come unica ricetta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

solo una cosa: mi spiacerebbe perdere il "lavoro sociale" che conduci qui..

Anonimo ha detto...

good start