lunedì, febbraio 12, 2007

Se Giorgio va in Australia

Lui ha compreso l'idea di darsi qualcosa di superiore. Un amico mi hadetto che l'Eden è, in realtà, il nostro mondo e che noi dovremmocustodirlo.Ho pensato.Spesso vaghiamo nell'inquietudine di darci qualcosa che ci sopravviva,per fare qualcosa che ci renda protagonisti nella memoria. A voltevaghiamo male, sacrifichiamo porzioni di mondo, devastiamo i cieli perun personale sogno di sopravvivenza. Così accorciamo la persistenza della memoria nel tempo, i cieli si staccano dalle calotte, franano coprono le ceneri e la memoria lasciata. Se fossimo custodi dell'Eden le nostre opere starebbero nel tempo piùa lungo, che senso ha il pensarsi infiniti nel finito ciclo dei mondi infangandosi l'anima?Così Giorgio potrebbe andare via, in Australia, abbandonare il nostrosogno e i pochi custodi di una realtà poetica e fregarsene della buona memoria.Un dubbio, il bisogno di essere compresi. Allora via il pensiero negativo, la paura di veder partire un amico. Via l'immagine dellosguardo che non è più amore e il timore di custodire e avere cura.Dovrei essere arrabbiato, corrotto e stanco ma voglio essere ancora mestesso.Troverò, per me, una frase meno cattiva e degli occhi meno incrinati dal male? Perché è semplice dare dolore, il corpo si torce nella sofferenza diuno sforzo insostenibile, ma chi è a terra può riposare e osservare lecalotte, attendere che crollino o rimandarne il botto rialzandosi.L'Eden si nutre di quell'uno sollevato.Esprimo ancora le tonalità dell'anima, ho una lacrima legata a un nastro che non porto più con me.

p.s. : foto di LoveMoz

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