lunedì, marzo 19, 2007

Bon ton Baby!

Sentite questa notizia: “ Uomo grosso con figlia acchittata erutta in pubblico locale e mostra di essere un cafone”.Provare percezioni legate agli stimoli sensoriali che derivano dalla sfera fisica individuale o dall'ambiente circostante rappresenta un’esperienza comune. Sentire, avvertire, provare qualcosa per il mondo e per gli altri. Sentirsi e darsi del bene, essere saldi e sapersi umani. Ognuno ha un suo sentire che in alcuni diventa “sensibilità”, disposizione a provare in modo accentuato sentimenti ed emozioni. La sensibilità è spesso velatamente sommessa alla debolezza, il sensibile è un po’ meno forte, è tarato dalla propria struttura mentale, dagli interrogativi che lo rendono empatico, a volte, e chiuso nel senso di dar fastidio: piccolo come un chiodo che viene percosso, reattivo più del fosforo, dolce come il miele di fichi cotti.Il soggetto senziente ha il suo pronto dovere, il dovere di rispondere della sua capacità di avvertire il mondo e i sentimenti. Tanto non potrà mai fingere di essere diverso, trascorsa la sbornia e sfumato il sapore della bocca marcita dall’alcol, da lontano l’eco del mondo lo avvicina. Lui ne distingue le parole, rinuncia all’oblio e diventa “sentibile”, porta la voce dei fiume e della terra in tempesta e accetta l’inquietudine la vita scandalosa perché in sorte gli è dato di vivere per testimoniare, per destare e attivare chi lavora-produce-crepa senza pensarsi, senza avere pensiero del segno che ciascuno può dare al mondo e alla storia.La SENTIBILITA’ è la capacità di avvertire l’ingiustizia, di manifestare e pronunciare le voci distanti che tanto bene possono fare alla giungla di scorrettezze e di paura che, ahinoi, è di questo mondo.Leggendo la rassegna stampa di questo lunedì anch’io ho pensato che quell’uomo fosse un cafone e un prepotente.

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