domenica, marzo 25, 2007

Il macinapepe chiamato “università"


L’iniziativa “L’università della notte” organizzata a Roma nella sua seconda edizione mi lascia in testa considerazioni agrodolci. Ho immaginato la resa degli atenei e dei cento corsi di laurea senza storia e senza corrispondenza sul mercato.
Tanti anni lì, nel pozzo e nel nido – pubblico o privato –, ad assaggiare il gusto di un obiettivo personale: un esame da superare, una valutazione da esporre in cornice.
Questo eterno presente fatto di abitudini trascorse, del rito dello studio e della preparazione al competere e all’arrivare, determina - in molti casi - un voto ultimo che smarrisce il senso della preparazione stessa rendendola “interessata” più che interessante.
Forse l’università è stata licealizzata e lo spazio per la difesa di alcuni importanti diritti umani e intellettuali si è contratto alla faccia del miglior accesso alle informazioni, ma chi fissa lo sguardo solo sulla propria avventura non vive la danza delle culture, resta fuori e spira. Si legge poco, chi legge non sempre ama scrivere. La scrittura costituisce una nicchia nella nicchia e Ci sono soluzioni? Forse. Torniamo a scrivere e scriviamo senza fare troppa attenzione agli equilibri perturbabili condividendo i nostri saperi! Si può provare e il web ci aiuta diventando un flusso di libero pensiero.

Nessun commento: