domenica, marzo 11, 2007

Sole bastardo marcisci su di me

Mi hai dato paura e mi muovo, mi muovo. Muovo verso il tempo che scrolla -incurante- le sue ore. Attendiamo il buio e che le giornate diventino brevi e che la luce crolli e che la notte porti la luna. La notte fatta per sognare e perdersi nella commozione dell'immensa volta celeste. Siamo sul cornicione e stringiamo le dita a formare un sugoso pomo, sono strette le nostre mani. Ti dico che sarebbe un peccato dormire, sprecare la poesia della vita che percorre i nostri corpi. Perché è notte e, chi ama, fissa la lenticchia lunare e sospira una nota. La dolcezza si moltiplica, vorrei scrivere con gessi colorati le sensazioni e la poesia di questo momento, dirti che siamo una certezza che sono sicuro di amarti che staremo sempre insieme e che dipingerò a tempera per non disturbare il profumo della nostra camera. Sono in estasi e sto amando la natura, l'arte, il sentimento.
Poi la tua voce. Dobbiamo dormire è già lunedì ho fissato la sveglia dobbiamo far carriera essere concreti comprare il pane prenotare il coiffer comparare i prezzi non darci baci senza lingua "i neon sono il nostro sole".
Io resto istupidito: black out.
Poi sciogli la tua mano, lasci cadere i miei sogni evitando ogni dolcezza.

Nessun commento: