domenica, gennaio 28, 2007

Un telaio infranto

Questa notte sembra essere uno stagno di preghiere infilzate dal tormento, dopotutto è difficile riposare se stai per compiere un’azione importante.
Sciacquerò il viso fra poche ore e indosserò la brachessa, sì.. porterò con me il berretto nuovo e un martello rugginoso.
Chi parla? Dove risiede il mio pensiero? La voce del pensiero sta nel mio corpo, è in me?
Se è così.. posso toccarla, vederla? Posso almeno sapere se questo pensiero è nella gamba, nelle falangette, in testa o nel cuore?
Se mozzo la punta di un dito non cesso di pensare, se taglio le mie gambe sento ancora questa voce. Se non uccido nessuno dei miei organi fondamentali resto pensante. Si direbbe quindi la testa.. in testa c’è la fonte del pensiero!Ma allora il cuore? Senza cuore si è destinati a morire. Un cuore ucciso può ancora essere oggetto dl pensiero. Resta allora il cervello a coprire il mistero di questa ossessiva voce.
E’ luce dalla finestra, Nottingham riprende vita, devo andare in fabbrica.
E se il pensiero fosse esterno alla carne? Lo scoprirò presto.
E’ ora di uscire,
forse, nel tempo,
la città si ricorderà di me.

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